La Villa

 

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Storia

Villa La Malpenga sorge in posizione dominante sulla collina che sovrasta Vigliano Biellese nella sua interezza dal 1800. Il nome è riconducibile alla famiglia che ebbe giurisdizione sul luogo dal XV al XVIII secolo. 

Un atto di divisione del 1548 tra i fratelli Cristoforo e Martino Malpenga, parla di “…petia una terre vinee cum uabus cassinis in ea existentibus in finibus Aviliani…”. Quindi all’epoca si trattava di due cascine, circondate da terreni agricoli, frutteti e vigneti in particolare.

La trasformazione in villa, ai primi del 1800, si deve al conte Giuseppe Fantone di Torino, militare di carriera che fu costretto a ritirarsi a vita privata dopo i primi moti risorgimentali del 1821. Stabilitosi a La Malpenga, creò il primo nucleo della villa e del circostante parco e si dedicò alla coltivazione della vigna.  

La villa assunse le sue forme attuali solo dopo il 1861, quando divenne di proprietà di Giovanni Battista Biglia, un impresario edile biellese lanciato sulla via del successo dal grande sviluppo delle infrastrutture coincidente con la nascita del Regno d’Italia. Il Biglia, grazie ai suoi contatti professionali, si avvalse della collaborazione dei migliori architetti e dei più validi artigiani dell’epoca.

La villa, con le sue monumentali strutture, è opera dei progettisti Riccio e Vellati di Torino. Il parco, all’inglese, è creatura dei fratelli Roda, gli architetti della Real Casa, in particolare di Giuseppe Roda. Nel 1934 la proprietà, alla morte dell’ultimo Biglia, passò a Vittorio Buratti, industriale nel settore tessile. 

Buratti, in anticipo sui suoi tempi, era un fermo sostenitore della necessità di sviluppare i mercati esteri, di divulgare nel mondo quello che poi si chiamerà “il made in Italy”. Questa sua apertura mentale, unita a grande intraprendenza, gli valse la carica di presidente dell’Ente Nazionale Tessile. In questa veste Vittorio Buratti viaggiava molto non solo per l’Europa, ma anche nelle Americhe. Fu capo-delegazione del padiglione italiano all’Esposizione Mondiale di New York del 1939. Pur spesso lontano dal suo amato Biellese, Vittorio Buratti era molto legato a La Malpenga, con il suo parco, con il suo orto, con il suo frutteto e con la sua vigna.

La villa era, in quegli anni, spesso sede di incontri, sia a livello nazionale che internazionale, con ospiti di prestigio. A tutti Buratti amava offrire, oltre ai vini della sua vigna, le insalate del suo orto. Quest’ultime erano diventate la “specialità della casa”. Infatti Vittorio Buratti, nei suoi viaggi negli angoli più disparati, trovava sempre il tempo per acquistare sementi di insalate da riportare a Vigliano e lì coltivare. Si dice che l’orto fosse arrivato ad offrire settanta varietà diverse d’insalata.

 

Architettura

Possente nella sua concezione architettonica baroccheggiante, fortemente improntata al genio dell’Ingegner Riccio, direttore generale dei lavori per l’Esposizione Nazionale del Valentino del 1884, la Villa lascia nel visitatore un’impressione di grandezza vissuta davvero emozionante.

A Vigliano Biellese la villa La Malpenga affascina per i magnifici apparati d’arredo e strega raccontando storie di uomini e donne biellesi che con abnegazione e fatica seppero conquistarsi notorietà e fortuna.

Società

Con la trasformazione di una di queste cascine in villa, ai primi dell’800, il conte Giuseppe Fantone fu costretto a ritirarsi a vita privata. La sua sposa, Lydia, non fu però convinta che lasciare Torino per Vigliano Biellese volesse dire abbandonare ogni mondanità ed invitò nella nuova villa il bel mondo che era abituata a frequentare. Leggendari furono alcuni ricevimenti che diede a La Malpenga in quegli anni.

Anche i Biglia, quando acquistarono La Malpenga nel 1861 e la ristrutturarono con il ricorso ai migliori architetti ed artigiani dell’epoca, erano intenzionati a dotarsi di una residenza di alta rappresentanza dove incontrare non solo gli amici ma anche le persone di spicco con cui entravano in contatto nella loro attività di impresari edili. Riccardo Biglia, l’ultimo discendente maschio della famiglia, in particolare godeva la reputazione di grande esteta e seppe valorizzare, all’inizio del secolo scorso, il fascino della Malpenga non più tanto sui contatti professionali – per i quali non sembrava nutrire grande interesse – ma su di un numeroso pubblico femminile. 

 

Infine Vittorio Buratti, industriale tessile, acquistò La Malpenga nel 1930 proprio con l’intenzione di farne un luogo di intrattenimento del suo mondo di “couturier”, nazionali ed esteri, sempre più convinti della bontà dei tessuti prodotti dalla Raimondo Buratti & Figli di Biella-Chiavazza. Dal giorno in cui Vittorio Buratti venne nominato responsabile dell’Ente Tessile Nazionale, a La Malpenga non transitarono soltanto amici e clienti, ma anche colleghi industriali – con i quali Vittorio intendeva definire una comune strategia – ed esponenti istituzionali che era tenuto a frequentare in ragione del suo incarico. In quegli anni si ricordano sontuosi ricevimenti che sfruttavano al meglio, sotto l’accorta regia di Vittorio e della consorte Nene, il fascino di tutte le strutture che la villa metteva a disposizione: dalla sala da ballo al teatrino, dalla Weinstube al parco e persino dalle serre alle cantine.

La tradizione di ricevere gli amici a La Malpenga è continuata, in tempi più recenti, ad opera della consorte Nene e soprattutto della figlia Angiola Teresa.